Mediaset segue le orme di Vivendi contro il sito di video condivisione di Google: chiesti a Youtube 500 milioni di euro di danni, per illegittima diffusione dei filmati.

Youtube inciampa ancora una volta nella pirateria e nell’accusa di violazione del copyright. Succede anche in Italia: Mediaset fa causa a Youtube e chiede 500 milioni di euro di danni. Nel dettaglio, YouTube, di proprietà di Google, è stata citata “per illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio-video di proprietà delle società del gruppo”. Mediaset denuncia la diffusione illecita di 4.643 filmati (in data 10 giugno), “pari a oltre 325 ore di materiale emesso senza possedere i diritti“.

Dopo la vittoria di Viacom in tribunale contro Youtube, anche l’italiana Mediaset, della famiglia del Premier Silvio Berlusconi, prova la via giudiziaria per fermare la piattaforma di video condivisione, più vista al mondo. Viacom ha chiesto a Youtube un miliardo di dollari di risarcimento danni.

In Usa il Giudice Louis Stanton della corte distrettuale Sud di New York ha ordinato a Google di consegnare il database con i nomi dei visitatori di YouTube, per sapere quali video guardassero e gli indirizzi Ip: video guardati, video uplodati, video rimossi e video ancora online, insomma, tutta la storia di Youtube e soprattutto dei suoi utenti, diventa una prova in tribunale.

Secondo il giudice, Viacom ha il diritto di conoscere quante violazioni del Video Privacy Protection Act (1988) ha subìto.
Viacom ha spiegato che non intendeva in realtà ottenere i dati personali e identificativi, ma soltanto ottenere il risarcimento. Google ha chiesto a Viacom di rispettare i dati degli utenti. Ma Viacom non voleva solo il risarcimento: secondo ZdNet, voleva anche il codice sorgente per il suo programma di video ID.

In questi anni, però, Youtube non è stata solo nel mirino di Viacom: ad accusare di pirateria la piattaforma di video condivisione, sono in tanti. Di recente anche la più grande Tv commerciale francese, Tf1, ha chiesto 100 milioni di euro a YouTube. Non è la prima né la seconda volta del resto: all’inizio fu Robert Tur, giornalista indipendente, famoso per la copertura nel 1994 della fuga sulla freeway di O.J. Simpson, che citò in giudizio il popolare servizio di video-sharing YouTube per violazione dei diritti d’autore.
Poi appunto Viacom chiese al sito di video condivisione la rimozione di cento mila video e il famoso risarcimento di un miliardo di dollari. Quindi venne la volta della Nbc e della serie A di calcio inglese.
In media ogni due minuti viene bandito un video da YouTube: YouTomb, un progetto del Mit, censisce gli esclusi o gli scarti di YouTube.

da http://www.vnunet.it